Secondo i ricercatori dell’Università di Stanford (Stati Uniti) entro il 2050 ben 139 nazioni (tra le quali anche l’Italia) potrebbero sostenersi al 100 per cento con l’energia idroelettrica, solare o eolica.
Notevoli sarebbero i vantaggi su diversi livelli:
– salute pubblica: la riduzione delle emissioni di carbonio, infatti, ogni anno abbatterebbe di 4-7 milioni il numero di morti legati all’inquinamento
– risparmio energetico:
-occupazione: il processo di transizione farebbe perdere 27,7 milioni di posti di lavoro, tuttavia se ne guadagnerebbero ben 52 milioni.
-salvaguardia ambientale: si riuscirebbe inoltre a contenere l’aumento delle temperature al di sotto di 1,5° centigradi rispetto alle medie preindustriali, un traguardo perfino più ambizioso di quello proposto negli Accordi sul clima di Parigi del 2015.
Poiché ciascun paese, al di là di alcune eccezioni, sarebbe totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico, si eliminerebbero anche tutti i conflitti catalizzati dalle risorse energetiche. Vi sarebbe infine un complessivo risparmio annuo di oltre 20 trilioni di dollari per i costi sanitari e climatici, cifre che andrebbero a coprire gli importanti costi iniziali per la transazione.
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